giovedì 13 novembre 2014

Détroit - La Cigale

 La mia recensione per Tomtomrock del doppop CD - DVD dei Détroit.


Ho lungamente atteso il passaggio dei Détroit, i primi di giugno, a Parigi, tappa importante di una tournée partita da Clermont Ferrand in aprile. Avevo, allo stesso modo, lungamente atteso il loro album e ho quindi un preciso ricordo del primo ascolto, lo scorso autunno, il ricordo di una lunga emozione. Non so quindi quanto queste mie impressioni saranno una fredda e imparziale recensione o quanto invece suoneranno come un racconto personale. Il doppio CD e DVD Détroit- La Cigale, in vendita ufficialmente dallo scorso 3 novembre, è la cronaca di quella prima settimana di giugno a Parigi, il tentativo di raccontare, a chi non c’era, l’atmosfera di quei giorni. Registrato la sera del 5 giugno e affidato alla mani di Yann Orhan, fotografo e regista, che aveva già firmato la regia dei videoclip Horizons, Le Creux De Ta Main e Ma Muse, il risultato è uno strano mélange di colori caldi e freddi, di luci e ombre, lontano dalla calda nitidezza delle immagini del famoso live dei Noir Désir del 2002, all’Agora di Evry. I Détroit non sono più i Noir Désir senza che però questo risulti essere un limite o una mancanza. Il concerto mescola brani dei Détroit e brani dei Noir Désir in una serie emozionante e calibrata: Horizons (in cui musica e poesia sublimano il ricordo dei giorni difficili, quelli scanditi dal neon delle luci del carcere) e Ma Muse (uno dei pezzi più ispirati e poetici dell’album, con il suo bellissimo refrain “…les braises incandescentes sont encore sous la cendre froide autrement dit soit toujours…au rendez-vous”) aprono la strada a una serie di cover dei pezzi storici, riletti e reinterpretati da un Bertrand Cantat, che, con i nuovi compagni di strada (Pascal Humbert, Bruno Green, Guillaume Perron e Nicolas Boyer), forte di una magica coesione sviluppatasi in mesi di stretta collaborazione, ha trovato una nuova maturità, una diversa libertà espressiva e una nuova dimensione artistica. Perché in realtà si tratta proprio di questo: per chi – ed eravamo la maggioranza- aspettava il ritorno di Bertrand Cantat su un palco (se si escludono le sporadiche collaborazioni con altri artisti e le esibizioni in teatro, in occasione della magnifica trilogia dedicata a Sofocle con Wajdi Mouawad, in cui Cantat è stato impegnato nei cori, esibizioni che meriterebbero a loro volta di essere riviste e commentate con attenzione), il filo, nonostante gli anni di silenzio, non si era mai interrotto. E, concerto dopo concerto, questo è apparso in modo sempre più chiaro ed evidente, con una forza che nessuno forse pensava sarebbe stata di questa portata. Ed ecco dunque le versioni 2014 di A Ton Étoile, Lazy e Le Fleuve, in cui risuona la folgorante vena poetica di Cantat, in un testo che non finisce mai di incantarmi (“…comme elle est belle la ville et ses lumières seulement pour les fous, celui qui veut, il la découpe en tableaux”… quante volte me le sono ripetuta, senza volerlo, queste parole, come fossero le mie, da quando le ho ascoltate la prima volta?). E poi ancora i nuovi pezzi dei Détroit, poetici, pieni di luci e ombre, personali, necessari e catartici, non meno dei cori di Sofocle, perché potesse esserci questa nuova fase artistica ed esistenziale. Ange De Désolation, Null & Void, Droit Dans Le Soleil, Glimmer In Your Eyes e Sa Majesté, un pezzo ipnotico e intrigante, in realtà una violenta invettiva verso lo strapotere dei media, che in versione live ha una potenza accresciuta anche da un gioco di luci e di immagini che scorrono alle spalle della band durante l’esibizione, si susseguono fino all’arrivo di un nuovo gruppo di pezzi storici dei Noir Désir, fra cui Un Jour En France, purtroppo aggiornata con i recenti dati di cronaca che vedono un Front National al 25% e Tostaky, che fa esplodere ogni volta la sala, oramai caldissima, e che nessuno vorrebbe finisse mai. E poi ecco il gran finale con Le Vent Nous Portera e Comme Elle Vient, cantate all’unisono da tutti, senza eccezione alcuna e che – e nel DVD compaiono le immagini – il gruppo regalerà poi ancora a un pubblico felice e sorpreso all’uscita della Cigale, in strada, in una notte, quel 5 giugno, che non si poteva chiudere così, come fosse stato un normale concerto. Ora la tournée sta concludendosi nel crescendo “degli Zénith”, che si riempiono uno ad uno, sera dopo sera. E tutti aspettiamo il ritorno a Parigi, dopo le tre date di ottobre all’Olympia, che hanno visto un gruppo ancora più coeso e un Bertrand Cantat sempre più padrone del palco. Il doppio CD e il DVD sono un regalo del gruppo al suo pubblico, un regalo reso possibile da un mutuo scambio che ha avuto luogo senza mediazioni, in un modo insolito nel mondo della musica nel 2014. Ma non è invece forse così che dovrebbe sempre succedere?

http://www.tomtomrock.it/recensioni/588-detroit-la-cigale-barclay-2014.html

lunedì 17 marzo 2014

(Voix Mêlées, Pierre Reverdy)

Avec des lumières à travers la prairie étincelante; et des voix insignifiantes mais nombreuses — quelques unités soutenant l'ensemble — on a fait le paysage clair, la nature libre, les ombres fraîches, le pittoresque qui attire la foule hors des murs. Le cours d'eau sous le pont et la barque collée au saule qui trempe ses ongles luisants dans un remous; en face, l'île où des enfants jouent au drame qui commence à naître dans leur tête. Ils se voient immensément malheureux, en grand danger et couverts de vêtements grossiers. Une formidable barbe les vieillit. L'héroïsme éclate dans leurs yeux à cet âge où la réalité est plus grandiose que le rêve. Quelques animaux contribuent au pathétique de cette, existence irréelle. Dans des limites si larges qu'ils ont l'air de vivre en liberté des chevaux courent. L'élégance de la race humaine les émeut. Les chiens aboieraient dans la nuit au vagabond de nos rêves ou à la lune et sous la tente le fusil repose à portée de la main. Dans la ferme tranquille une cloche sonne, un troupeau descend sur la colline et, dans les carrés verts et jaunes qui s'étagent vers le ciel, s'immobilise.